Fra il 1940 ed il 1945 furono sterminati almeno mezzo milione di zingari. «Una tesi che trova fondamento nella definizione di "asociali" con la quale inizialmente gli zingari furono deportati, ma che non considera il fatto che, secondo le teorie nazionalsocialiste, gli zingari erano tali perché le caratteristiche loro attribuite dai nazisti erano nei loro geni, nel loro sangue, che li rendeva "irrecuperabili" condannandoli quindi allo sterminio, alla cosiddetta "soluzione finale"» (Giovanna Boursier 1998). I rom sono il problema italiano, sono stati il problema italiano e li abbiamo uccisi con i provvedimenti del 1940, quelli adottati circa un anno e mezzo dopo le leggi sulla razza. Vivono emarginati, come noi li emarginiamo; sporchi perché noi non gli diamo l’acqua; ladri perché ni non li vogliamo al lavoro. Erano extracomunitari e soggetti alla Bossi-Fini ora sono “comunitari” per devastare i sonni della Mussolini.
Sono “comunitari” e perciò liberi come mai lo erano stati; dalla Romania arrivano a frotte -almeno lo affermavano Bossi, Fini e Borghezio- sono comunitari e quindi occorrono “leggi speciali” in Italia ci siamo abituati da parecchio tempo.
Minniti, il grande democratico li vuole espellere al di fuori della legge. Mosci i magistrati alla Forleo che cianciano solo di ordinamento e diritti: autorizziamo sindaci e prefetti alla cacciata, come 67 anni fa.
«Ad Auschwitz c’era una casa
E c’era mio marito imprigionato
Seduto, seduto si lamentava
E pensava a me
Oh tu uccello nero
Porta le mie lettere
Portale, portale a mia moglie
Perché sono imprigionato ad Auschwitz – (Ruzena Danielova)
Auguriamo e lottiamo per la fine della moderna barbarie.