E’ il presidente Pervez Musharraf il maggiore indiziato, almeno da parte del marito e di sostenitori per l’assassinio di Benazir Bhutto, prima donna a governare un paese musulmano e già oggetto di un attentato meno di due mesi or sono dopo un periodo di esilio e arresti domiciliari. Il paese, dotato della’arma atomica, abitato da centosessanta milioni di musulmani attraversa ed attraverserà una crisi profonda destinata a pesare in quella bellicosa area geopolitica in bilico fra dittatori e ribelli cui il governo si è affrettato a attribuire la responsabilità del massacro. Altri 15 pare siano i morti dopo che l’attentatore o gli attentatori , raggiunta la donna con colpi di arma da fuoco, si sono fatti esplodere in mezzo alla folla. Affrettate le dichiarazioni governative e della stampa occidentale mentre il marito della Bhutto ha lanciato un'accusa esplicita: «È opera del governo» ha dichiarato Asif Ali Zardari, mentre stava per partire da Dubai, dove una parte della famiglia vive in esilio, alla volta del Pakistan.
giovedì 27 dicembre 2007
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