lunedì 14 gennaio 2008

Quella Minerva Che lo Sovrasta



Per i cultori della libertà di pensiero non è di buon auspicio che proprio la Sapienza sia stata fondata da Bonifacio VIII. Anche Dante firmerebbe la petizione contro la visita di Ratzinger visto che considerava l’altro un Simoniaco.

Un papa che appena ieri si scatenava contro la scienza, l’illuminismo ed il marxismo definendoli “una sciagura per l’umanità” dovrebbe avere il buon gusto di starsene lontano da quelle mura che colano di relativismo galileiano sul quale Ratzinger ha confermato che : “Il processo della Chiesa contro Galileo fu ragionevole e giusto”. Ma forse è proprio il buon gusto, la carità cristiana, il rispetto per l’uomo sociale che mancano a questo vescovo tedesco di Roma che impugna ancora la spada contro l’Islam irridendone profeti e Califfi. Piange Palermo, piange Siracusa …perché il lutto è entrato in ogni casa recita una ballata siciliana nata da tutt’altro argomento , ma per la visita del papa intransigente piangono Giordano Bruno ed il Savonarola e nemmeno Galileo si sente molto bene. Saprà trattenersi il vescovo intransigente per il quale «l’aborto è comunque e sempre un assassinio» quando lo storico Caravale terrà la sua lectio magistralis sulla pena di morte? E come fa a presentarsi come messaggero di pace quando fomenta l’odio per tutte le forme della scienza che non contemplino la “sua” visione della vita?

Ma così è l’uomo della grande Germania ed coerentemente ha fatto bene a mollare quei quattro ceffoni al buon Weltroni perché ne ha ottenuto ospitalità, insieme all’ex comunista Mussi (quello che ha seminato –sempre secondo Ratzinger- la più trucida ideologia mai comparsa sulla terra) se questi sono stati i risultati. E’ bastato che il vaticano diffondesse la nota: «Il santo Padre non ha detto che Roma è un putridumen, ma solo che fa molta puzzen» che il gioioso capo delle armate Piduine s’e rifatto er core ed è ritornato ai piedi del soglio a scodinzolare come cuccioletto recuperato dall’autostrada. E così il capo dello staterello teocratico che domina in Italia potrà dare l’ennesima lezione ai bamboccelli che davvero non usciranno mai di casa per diventare grandi. Per gli italiani ci vuole il bastone e la carota diceva Churchill e questi il bastone, anzi il pastorale se lo prendono sulla schiena e la carota su per il…
Un evento incongruo lo hanno definiti gli scienziati della Sapienza e stanno nel giusto se il tempio di Minerva apre le ante al nemico della scienza e del progresso scientifico. Forse qualche scusa la dobbiamo a Mussi dopo la lettura della lettera di Cini al Rettore, ma solo a patto che abbia rinunciato volontariamente piuttosto che essere cacciato. Brillano per fierezza la parole dell’Emerito Cini e vale la pena di riportarle:« I temi che sono stati oggetto degli studi del professor Ratzinger non dovrebbero comunque rientrare nell’ambito degli argomenti di una lezione, e tanto meno di una lectio magistralis tenuta in una università della Repubblica italiana. Soprattutto se si tiene conto che, fin dai tempi di Cartesio, si è addivenuti, per porre fine al conflitto fra conoscenza e fede culminato con la condanna di Galileo da parte del Santo ufficio, a una spartizione di sfere di competenza tra l’Accademia e la Chiesa. La sua clamorosa violazione nel corso dell’inaugurazione dell’anno accademico de La Sapienza sarebbe stata considerata, nel mondo, come un salto indietro nel tempo di trecento anni e più». Che lezione di classe, autonomia e fierezza. E’ il compendio di una storia di indipendenza lastricata di roghi. Giovedì Benedetto XVI avrà comunque gravi problemi. Lui devoto alla Vergine Maria si troverà nel tempio della Vergine Minerva e forse saranno casi amari. Anche perché comincerà col suo “ Il pene dell’uomo è dentro la famiglia” o “Con un grande pene si raggiunge prima il Paradiso”. E allora …