giovedì 2 agosto 2007

Bella Italia: razzista, omofoba e sessista

V.A.R.

Una “zingara” che non rapisce bambini, due omosessuali che si baciano, un onorevole che si distrae con squillo ed altro sono le letture che appassionano gli italiani mentre all’estero la “gang” di medici terroristi risulta una invenzione di Scotland Yard.

Tre giorni in galera da innocente la donna rumena accusata, da una canea di bagnanti sudaticci ed eccitati, di avere rapito un bambino e la pur seriosa agenzia AdnKronos si spinge addirittura a scrivere che la donna “aveva nascosto il bambino sotto la sua gonna prima di spingerlo fuori dello stabilimento”. La donna -comunque- è stata “doverosamente” pestata dagli isolani inferociti prima della consegna ai carabinieri sebbene fosse persona nota sul posto perché a Isola delle Femmine ha l’abitazione e lì circola da anni. Ma la caccia allo zingaro è sport nostrano come lo era al negro nel Mississipi degli anni 60. Solo ora il Gip siciliano ha chiarito l’ estraneità della donna e l’inesistenza del tentato rapimento. Attendiamo adesso il pronunciamento del Gip romano sul bacio del Colosseo.
Sessista invece il deputato Cesa (Udc) che per scagionare –o minimizzare la colpa dell’amico chiede-, invano e ridicolmente smentito da Casini, che per evitare i sollazzi extraconiugali dei parlamentari sia loro aumentata la pur eccezionale indennità che vola oltre i ventimila euro. Quell’onorevole Casini che -divorziato e convivente- sposerà Azzurra, forse perché se ne è parlato tante volte ma da buon cristiano non potrà sposarsi in chiesa, da difensore della famiglia difende anche l’amico di partito Mele e nega che Cesa abbia chiesto altri soldi.
Lo abbiamo sentito, su la 7 di ieri pomeriggio affermare che “Cesa non può avere fatto una simile richiesta perché è assurda, impossibile” (sic). Ed intanto, scappato il “toro”, chiude la stalla e obbliga gli “amici” ad un test antidroga, che sia mediaticamente pubblico ed in piazza Monte Citorio. Ipocrisia da baciapile? Pentimento pubblico come i cristiani catacombali? Fatto sta che un altro colpo di spugna ha mondato i peccati commessi.
Casini afferma: “E’ un fatto doloroso, che ci ha molto amareggiato, ma è un fatto privato che non può in alcun modo inficiare il partito” e Buttiglione rinforza : “Non si può sputtanare un partito per l’errore di un singolo uomo che tra l’altro non è neppure un massimo dirigente. Attaccare l’Udc è da infami. Qual è il partito che non ha un drogato, un corrotto, un mafioso o un camorrista?”. La priorità, per tutta la classe politica, deve essere “la selezione morale”. Come si vede per il Filosofo mal comune è mezzo gaudio, come per Craxi quando affermava, in parlamento, nessun ladro.
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Cesa, l’orgia del potere

VAR
Lorenzo Cesa Ha ragione Grillini, la questione Mele non può essere chiusa con un’autoassoluzione di partito e Casini che fa andare il “camioncino antidroga” nella piazza del Parlamento. A Claudia Fusani di la Repubblica che gli chiede se il caso sia chiuso risponde: “Direi proprio di no, per due ragioni. La prima di natura politica, la seconda di tipo tecnica. Quella politica è perché siamo di fronte a un clamoroso scandalo che segna la contraddizione tra il partito che fa dell’estremismo radicale la sua ragion d’essere e comportamenti quotidiani che vanno in direzione opposta. Voglio dire che l’Udc non può firmare progetti di legge proibizionisti e sessuofobi e poi organizzare coca-party con corredo di mignotte durante la notte”.

Non si può chiudere perché Cosimo Mele ha firmato, insieme a Cesa e Casini una proposta di legge che recita: Disposizioni per la pubblicità sull’uso di sostanze stupefacenti o psicotrope da parte dei parlamentari” e da integralisti (cattolici fra l’altro) di tal fatta non si può né si deve sopportare tanta tracotanza. La parafrasi del film di Costa-Gravas non risulta fuori luogo e pertanto ci si deve augurare che la procura di Roma abbia la stessa inflessibilità del giudice istruttore del film (Jean Louis Trintignant) anche se –e il pessimismo nemmeno esso fuori luogo - ci porta a pensare che tutto finirà in un porto delle nebbie.

Il segretario dell’Udc, Cesa, ha accettato le dimissioni di Mele dal partito, ma alla maniera della “Casta” per quanto riguarda le dimissioni da deputato: «Questa diventa una decisione personale, perchè il vincolo di mandato non è legato al partito», anche se per il segretario dell’Udc non c’è dubbio: «Chi sbaglia dovrebbe pagare». Amen. Bellissimo quel “dovrebbe” ; il senso morale del segretario Cesa è largo quanto l’elastico delle mutande di un elefante.