sabato 20 ottobre 2007

Censurato Oliviero Toscani .vince l'ipocrisia

Mentre il mondo della Moda continua ad assumere "precarie" anoressiche modelle il Giurì della pubblicità « censura » Oliviero Toscani per disapplicazione del codice di disciplina.
AGI : "Il Gran Giuri' della pubblicita' ha disposto la cessazione della campagna pubblicitaria contro l'anoressia firmata da Oliviero Toscani. La decisione del tribunale dell'istituto di autodisciplina pubblicitaria e' stata presa a seguito di una richiesta formulata da Fabiola De Clercq, presidente dell'Aba (associazione bulimia anoressia), e dall'assessore allo Sport e tempo libero del comune di Milano Giovanni Terzi. Testualmente - fa sapere l'Aba - "il Giuri', esaminati gli atti e sentita la parte, dichiara che il messaggio contestato non e' conforme agli articoli 1 e 10 del codice di autodisciplina pubblicitaria e ne dispone la cessazione". (AGI) - Roma, 19 ott.
Già il comune di Milano aveva "staccato" i cartelloni con le fotografie di Toscani, ma il mondo dell'ipocrisia ha trionfato in un'italietta bigotta e bacchettona del "si fa , ma non si dice.
Duro lo lo psicanalista Massimo Recalcati, ordinario di Psicopatologia del Comportamento alimentare all'Universita' di Pavia e fondatore di Jonas Onlus che afferma:"E' una decisione ipocrita. L'industria della moda celebra l'anoressia quotidianamente, e laddove qualcuno mostra il carattere mortifero di questa malattia viene accusato e censurato".
"Non sono d'accordo con loro - sottolinea Recalcati - perche' la fotografia di Toscani non rappresenta l'anoressia come un ideale, come fanno la moda e i media, che esaltano il valore feticistico della magrezza, ma mette in mostra un corpo appassito, solo, che rischia di morire. Fa cadere il velo del miraggio anoressico, e mette in rilievo il rapporto del corpo anoressico con la morte, un corpo che non ha piu' niente di femminile ne' di bello". E cosi', secondo l'esperto, viene percepito dai malati, non certo un obiettivo da emulare: "Le mie pazienti - riferisce Recalcati - non mi hanno assolutamente parlato di quell'immagine come di un ideale, ma anzi l'hanno vissuta come un trauma positivo, uno specchio di se' stesse malate. Gli effetti sociali della campagna erano utilissimi".
Un aspetto non condiviso dall'Aba(associazione bulimia anoressia): "Sono stato io per dieci anni - fa notare lo psicologo - il presidente dell'Aba: se me ne sono andato e' proprio perche' le nostre opinioni divergevano in molti aspetti".

Ecco come si vede allo specchio una ragazza anoressica