martedì 22 gennaio 2008

Se Satana è dappertutto sarà anche in Vaticano?

In margine alla “rinunzia” di Benedetto XVI alla visita alla Sapienza (vedi), una spiegazione pare darcela un certo Padre Livio che lavora, a detta di un esperto (certo ak che commenta su Mente Critica il 20 gennaio) , a Radio Maria. Quell’Università, pur fondata da quel Bonifacio VIII cui Dante prenota un posto fra i simoniaci (sapete : quel vendere posti in Purgatorio dietro “dazioni” di monete d’oro) è invasa da Satana e satanisti (padre Livio ne identifica alcuni in professori cornuti e caudati) per cui ,tutto sommato, mica il Papa poteva andare a mischiarvicisi. Solo che ascoltando padre Livio ci è venuto un sospetto: Se Satana è dappertutto, ma proprio dappertutto, mica sarà anche in Vaticano? Potremmo negarlo solo se ci dessero il permesso di andare ad aspergere acqua santa per le sacre stanze. Ma dubitiamo che ci sia accordato. Dobbiamo quindi fidarci di Padre Livio. Satana è proprio dappertutto.



lunedì 14 gennaio 2008

Quella Minerva Che lo Sovrasta



Per i cultori della libertà di pensiero non è di buon auspicio che proprio la Sapienza sia stata fondata da Bonifacio VIII. Anche Dante firmerebbe la petizione contro la visita di Ratzinger visto che considerava l’altro un Simoniaco.

Un papa che appena ieri si scatenava contro la scienza, l’illuminismo ed il marxismo definendoli “una sciagura per l’umanità” dovrebbe avere il buon gusto di starsene lontano da quelle mura che colano di relativismo galileiano sul quale Ratzinger ha confermato che : “Il processo della Chiesa contro Galileo fu ragionevole e giusto”. Ma forse è proprio il buon gusto, la carità cristiana, il rispetto per l’uomo sociale che mancano a questo vescovo tedesco di Roma che impugna ancora la spada contro l’Islam irridendone profeti e Califfi. Piange Palermo, piange Siracusa …perché il lutto è entrato in ogni casa recita una ballata siciliana nata da tutt’altro argomento , ma per la visita del papa intransigente piangono Giordano Bruno ed il Savonarola e nemmeno Galileo si sente molto bene. Saprà trattenersi il vescovo intransigente per il quale «l’aborto è comunque e sempre un assassinio» quando lo storico Caravale terrà la sua lectio magistralis sulla pena di morte? E come fa a presentarsi come messaggero di pace quando fomenta l’odio per tutte le forme della scienza che non contemplino la “sua” visione della vita?

Ma così è l’uomo della grande Germania ed coerentemente ha fatto bene a mollare quei quattro ceffoni al buon Weltroni perché ne ha ottenuto ospitalità, insieme all’ex comunista Mussi (quello che ha seminato –sempre secondo Ratzinger- la più trucida ideologia mai comparsa sulla terra) se questi sono stati i risultati. E’ bastato che il vaticano diffondesse la nota: «Il santo Padre non ha detto che Roma è un putridumen, ma solo che fa molta puzzen» che il gioioso capo delle armate Piduine s’e rifatto er core ed è ritornato ai piedi del soglio a scodinzolare come cuccioletto recuperato dall’autostrada. E così il capo dello staterello teocratico che domina in Italia potrà dare l’ennesima lezione ai bamboccelli che davvero non usciranno mai di casa per diventare grandi. Per gli italiani ci vuole il bastone e la carota diceva Churchill e questi il bastone, anzi il pastorale se lo prendono sulla schiena e la carota su per il…
Un evento incongruo lo hanno definiti gli scienziati della Sapienza e stanno nel giusto se il tempio di Minerva apre le ante al nemico della scienza e del progresso scientifico. Forse qualche scusa la dobbiamo a Mussi dopo la lettura della lettera di Cini al Rettore, ma solo a patto che abbia rinunciato volontariamente piuttosto che essere cacciato. Brillano per fierezza la parole dell’Emerito Cini e vale la pena di riportarle:« I temi che sono stati oggetto degli studi del professor Ratzinger non dovrebbero comunque rientrare nell’ambito degli argomenti di una lezione, e tanto meno di una lectio magistralis tenuta in una università della Repubblica italiana. Soprattutto se si tiene conto che, fin dai tempi di Cartesio, si è addivenuti, per porre fine al conflitto fra conoscenza e fede culminato con la condanna di Galileo da parte del Santo ufficio, a una spartizione di sfere di competenza tra l’Accademia e la Chiesa. La sua clamorosa violazione nel corso dell’inaugurazione dell’anno accademico de La Sapienza sarebbe stata considerata, nel mondo, come un salto indietro nel tempo di trecento anni e più». Che lezione di classe, autonomia e fierezza. E’ il compendio di una storia di indipendenza lastricata di roghi. Giovedì Benedetto XVI avrà comunque gravi problemi. Lui devoto alla Vergine Maria si troverà nel tempio della Vergine Minerva e forse saranno casi amari. Anche perché comincerà col suo “ Il pene dell’uomo è dentro la famiglia” o “Con un grande pene si raggiunge prima il Paradiso”. E allora …

giovedì 10 gennaio 2008

Anche senza la Ridolfi i “proletari” mangiavano il gorgonzola

Eravamo a metà degli anni 50 o poco più su. Si menavano grandi legnate fra la “Casa del Popolo” di *** e i giovanottoni della canonica quando questi venivano a sfottere portando un giornaletto; si chiamava il “Falco Verde” ed aveva per protagonista un marcantonio con la tesa del cappello abbassata che dava – di notte e al chiaro di luna – la caccia ai comunisti che attaccavano i manifesti di Stalin. La cosa veniva ricambiata quando dalla Casa del Popolo partivano altrettanto baldi giovanotti con robusti bastoni coi quali tiravano giù a legnate, dalle scale a pioli, quei santi ragazzi che attaccavano foto di De Gasperi e la Pira. Quello che mi accomuna nel ricordo Parrocchia e Casa del popolo, noi ragazzi avevamo libero transito in entrambe, era un certo afrore, un misto di sudore , vino e odore di piedi. Era il gorgonzola che, spalmato indifferentemente su pani comunisti e democristiani sfamava gli attacchinatori più fortunati chè gli altri si dovevano far tamponare graffi o cucire tagli. Il vino correva forte e robusto, cannonau di quello buono, ed il sapore acre del gorgonzola stimolava il bere, forse un po’ troppo che poi anche fra i compagni si finiva a botte e lo stesso accadeva in parrocchia dove però erano botte benedette, mentre da noi il capoccia rimetteva le cose a posto con un paio di sganassoni. Ero un ragazzetto ed il gorgonzola non mi piaceva come ho avuto modo di scrivere altrove, ma col passar del tempo cominciai ad apprezzarlo magari in vigna dopo un’assolata giornata trascorsa a raccogliere grappoli e separare pampini. Ora, il gorgonzola, lo mangiano i ricchi – con quello che costa – in ristoranti con ammiccanti camerieri che traguardano nella scollatura della topona di turno, con tanto di filmato.

mercoledì 2 gennaio 2008

La Truffa della Luna Piena e i «Seals»




Leggendo l’articolo di Laura Costantini, voglio entrare in un argomento che volutamente avevo trascurato. In una non so quale notte insonne guardavo RAI2, rete che non apprezzo per i pettegolezzi cattivi e la bassa qualità delle trasmissioni e dei “raccogliticci” spacciati per giornalisti mentre in gran parte – seppur iscritti all’albo - rispondono al referente politico piuttosto che al buon mestiere.

Ebbene credo fosse una ripetizione, ne fanno 5 o 6 nella giornata, di un arrivo, se non dell’ Arrivo degli squinternati narcisisti su quell’isola che dicono essere nello Yucatan (grazie a Laura per l’informazione). Mi sono trattenuto per un istintivo senso di losco o truffa a guardare lo svolgimento della faccenda, come subodorassi un trucco, una porcata, un inganno per telespettatori poco accorti.
Avendo sottomano tutta una serie di telecomandi adatti all’uso ed un nastro nella “macchina” (ne tengo sempre uno pronto per registrare eventuali fatti d’interesse) ho immediatamente premuto il “REC” ed ho seguito le immagini. Per chi segue, o ha seguito, o seguirà questi programmi, suggerisco di tralasciare gridolini, parolacce, insultini (che sono tutti in “regia” come gli applausi nella trasmissione di Fazio: Albanese e Littizzetto esclusi) e di concentrarsi sulle immagini. La Costantini ha beccato una luna fasulla, io – per supporto mi sono riguardato la registrazione - penso che su quell’elicottero non ci fossero i narcisisti, ma i “seals” o quantomeno, viste le innumeri fiction sulle forze di polizia, i Lagunari del battaglione san Marco. Oppure, considerato il fatto che sul quel tipo di elicottero non ci vanno più di dodici persone e che dovevano essere imbarcati i cineoperatori, che ci fossero due elicotteri. Uno per gli stuntmen (o Seals o Lagunari) ed uno per i fregnoni. La convinzione della truffa (riguardo a spettatori che davvero saranno rimasti convinti che Margioglio abbia l’abilità di un aerosoccorritore di piloti precipitati) sta nella differenza fra l’essere e l’agire.

i naufraghi sbarcano sull’isola dei famosi

Nell’elicottero che chiameremo «A» vedevi personaggi terrorizzati (immagino taluni lo fossero davvero) che urlavano, taluno piangeva, si auto commiseravano (sempre con gridolini da regia televisiva) erano bagnati in viso (probabilmente a causa di qualche secchio d’acqua visto che l’elicottero stava ad una quota di trenta o quaranta metri) insomma smaniavano. Ad un grido della Ventura: «ragazziii, coraggio buttaaaatevi!» assistevi ad un fatti strano. La conigliera era diventata una savana, i conigli ruggivano ed una solerte telecamera (io penso sempre sull’elicottero A) distribuiva nell’etere immagini di ammaraggi favolosi. Quei piagnoni si tuffavano dall’elicottero? Si ma da un altro (quello B, naturalmente, dei seals o dei lagunari) e meglio di quanto vediamo nei film di Predator, Apocalipse now e via discorrendo. E’ un reality? Per me una truffa per telespettatori frustrati che si proiettano in quelli che sono sostituiti da quegli altri che fanno il lavoro di quegli altri. Fiction appunto. Solo che preferisco le “fictiones” di Borges.

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martedì 1 gennaio 2008

Michelle Huzinker al top delle classifiche




Gossip.Ne ha fatta di strada Roberta
Arouetvoltaire – Il mio Blog libero - lunedì 31 dicembre 2007